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lunedì 1 giugno 2009

Il mese dei precari

Per noi precari della scuola il mese di Giugno è un mese speciale. 

Per noi l'anno scolastico incomincia sempre in salita, in affanno, buttati dentro una scuola uno o due giorni prima che il portone sia apra per i ragazzi. Una scuola biologicamente incapace, da sempre, di accogliere i nuovi arrivati, di trasferire loro le conoscenze necessarie, delle persone e dell'organizzazione. 
Per noi spesso la conferma arriva sola dopo mesi. Novembre, addirittura Dicembre. E spesso fa sussultare lo stipendio, che finalmente aveva preso il ritmo giusto.

E la nostra voglia di lavorare per costruire una scuola migliore si scontra con il nostro ruolo forzosamente defilato, obbligatoriamente subalterno. Di chi oggi c'è ma domani chi lo sa. E lottiamo giorno dopo giorno, soli, perchè la precarietà non ci avvolga come un torpore, come una malattia. E non spenga idee e ideali, aspirazioni e progetti. E per non essere stati invano, inutilmente.

Per noi precari della scuola il mese di Giugno è un mese speciale. I portoni si chiudono ma noi restiamo. Ci sentiamo come tutti gli altri, ora. Respiriamo, anche noi, in sala professori, nei corridoi, nelle aule, quell'odore acre di amara rassegnazione, di rinuncia, di resa. Oppure, talvolta, di prudente soddisfazione, di malcelato orgoglio. Le colpe sono anche nostre, nostri anche i meriti.

E ci sentiamo ricchi per queste quattro settimane che ancora abbiamo prima della fine, prima dell'estremo saluto. Un tempo in cui forse potremo lasciare un'ultima, preziosa, traccia. Giocare con attenzione e precisione le nostre ultime carte. Stringere amicizie e alleanze da conservare poi, alla partenza. Completare le molte cose soltanto accennate, solo appena abbozzate. E sentire che in fondo è stato un buon anno scolastico.

Il primo di Giugno.
Oggi inizia il nostro mese.
Oggi inizia il mese di noi precari.