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mercoledì 28 novembre 2012

Corporativ@

Al di là dell'uscita di Monti, è indubbio che in molti abbiano della categoria degli insegnanti una opinione scarsa. Come categoria professionale, non come singole persone. Per esempio, può capitare che un insegnante sia oggetto di sentimenti di ammirazione per la sua *dedizione*, per il suo *spirito di sacrificio*, per la sua *pazienza*, per la sua *preparazione*, per la sua *autorevolezza*, per la sua *dolcezza*, ecc. Ma è molto raro, mi pare, che un insegnante sia ammirato *in quanto insegnante* e cioè per il fatto di corrispondere in pieno a quel modello ideale (in genere molto positivo) di insegnante che, pur con molte sfumature diverse, un po' tutti abbiamo in mente. Le cui qualità si potrebbero, con qualche azzardo, riassumere nella capacità di *trasformare* (o *convertire* per usare un'espressione cristiana), cioè di dare forma e direzione nuova (e migliore) a tutto ciò che passa per le Sue mani. La scuola italiana, per troppo tempo uguale nella sostanza a sè stessa, è un monumento troppo ingombrante alla conservazione e alla immutabilità per non gettare ombre sinistre sulla nostra onorabilità. Purtroppo.

venerdì 2 novembre 2012

Prolegomeni alla scuola

di Matematico Sentimentale
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Atto primo: prefazione

Il nuovo concorso a cattedra prevede una prova preselettiva. Questa prova è propedeutica all'ammissione alle prove successive di esame. La prova consisterà in 50 quesiti a risposta multipla, suddivisi un questa maniera: 7 quiz di lingua straniera, 7 quiz di informatica, 18 quiz di logica deduttiva e 18 quiz di interpretazione testo. Il candidato dovrà rispondere entro il tempo massimo di 50 minuti ed il punteggio sarà così ripartito:
1 punto risposta corretta
0 punti risposta non data
-0,5 risposta errata
Il punteggio minimo da conseguire per accedere alla seconda prova sarà di 35/50.

Atto secondo: osservazioni prelimiminari sulla prova preselettiva


Ho svolto alcune simulazioni in rete delle prove preselettive. Questi sono i risultati e le mie osservazioni:

Prima prova - Alla prima prova test preselezione ho realizzato 39,5 su 50. Avevo raggiunto un punteggio maggiore del 35 richiesto. La mia autostima è improvvisamente schizzata in aria, portando la suola delle mie scarpe a camminare a circa a 10 cm da terra. Ero felice e guardavo tutti con superbia dall'alto. Due giorni dopo ho scoperto che la prova che avevo fatto era stata ricavata dal concorso per diventare  carabiniere.



Mi sono sgonfiato come un palloncino: era una magra consolazione per un (ex) dottore di ricerca, con tutto il rispetto per l'Arma, aver superato tale prova.

Seconda prova - Alla seconda prova test preselezione ho realizzato un misero 30 su 50. La prova era stata ricavata dal concorso a preside, credo. 30 su 50 è poco. In verità non ho mai aspirato a diventare diventare preside, una categoria verso la quale, talora, "metto mano alla pistola" come diceva John Wayne...

Ma la mia autostima era oramai scesa rovinosamente dal 3 piano (più i famosi 10 cm) della casa dove abito, fino al pavimento della cantina di casa.

La considerazione ottimistica che ho ricavato è che, credo, farò il prossimo concorso dell'Arma: è meglio un carabiniere dottore che un dottore precario


Atto terzo. Proposta di Quiz preselettivo con domande di Logica matematica, Lingua Comunitaria, Interpretazione Testo e Informatica
- Logica matematica -


Se la mia autostima da circa 10 cm dal pavimento del 3 piano è crollata fino al pavimento della cantina, calcolando che ogni piano è alto 3,05 m, e la cantina alta 31,5 dm, di quanti metri è scesa sotto?

A) 3,05 m
B) 9,35 m
C) 1272 miglia nautiche
D) Non lo so perchè sono straniero, parlo solo hurdu e abito dove mi capita


- Lettura ed interpretazione di un brano -
“Longo lo cammino ma grande la meta. Contro lo saracino seguiamo lo profeta. Vade retro Satàn! Vade retro Satàn! Senza armatura, senza paura, senza calzari, senza denari, senza la brocca, senza pagnocca, senza la mappa, senza la pappa.” (da Brancaleone alle Crociate)

Nel seguente brano si parla:

A) Di una improbabile crociata (ignota) contro i saraceni in Terra Santa
B) Della battaglia dei professori contro lo sfascio della scuola pubblica perpetuato da quasi tutti i governi italiani della seconda repubblica
C) Della battaglia di tutti i precari, precariandi e precarizzati di Italia e il mondo contro la classe di parassiti sfruttatori (Louise Michelle)
D) No lo saccio! Songo 'nu sarracino de Casoria, tengo famiglia, parlo solo Hurdu e vivo donde capita



- Lingua Comunitaria (Inglese) -


The sentence “According to OECD Education Rankings, Italian Educational system has a low rate in Math and Science” is an example of:

A) criticising to Italian ES from an International Institution
B) a political goal of last Italian Governments
C) giving advice of Common Sence
D) I don't know as I am a foreigner in Italy, I speak only Hurdu and live wherever I find a shelter


- Informatica -

L'azione di resettare implica:

A) riportare un apparato digitale ad uno stato iniziale
B) la aspirazione di molti italiani di tornare al peggio degli anni 80, migliori del meglio degli anni 2000
C) regredire ad una fase intellettuale pre adolescenziale, tornare a giocare a calcio tutto il giorno  e non pensarci più (ai guai italiani)
D) Non lo so! Ho già resettato il cervello più volete senza risultato. Il peggio è vivo depresso tra il letto e il divano portandomi appresso un aspirina e il libro dei test preselettivi. Non li capisco: sembrano scritti in Hurdu


martedì 28 febbraio 2012

Non uno di meno

Qualche giorno fa si ragionava con una collega su come gestire questo o quel caso un po' (o parecchio) problematico ed è saltata fuori la (solita) convinzione che non ci sia altro sistema possibile che quello del lavoro a tu per tu, dell'intervento ad personam, dell'insegnante dedicato totalmente al singolo, tipo lezione individuale per capirci.

Sorpresa. Sconforto. Rabbia. Quindi, in definitiva, un bel colpo di spugna (o di cancellino se preferite) su tutto quello che può essere variamente riconducibile ad una didattica di tipo attivo, coinvolgente, una didattica operativa, laboratoriale, che si giova della diversità senza esserne turbata, sconvolta, sopraffatta? Temo di si, ancora una volta...

Si fa strada, continua a farsi strada, ad avere cittadinanza nelle nostre scuole, nella mia scuola, questa assurda idea che la "classe" debba essere depurata, filtrata, potabilizzata da elementi spuri, tossici, indigesti. Che esista un'ideale di classe, un modello astratto e teorico al quale la mia classe particolare debba tendere, debba sforzarsi di assomigliare. E che quindi sia mio compito individuare le impurezze, estirpare le erbacce o comunque devitalizzarle, spruzzarle ben bene di anticritogamici per renderle inoffensive. Figuriamoci cercare il diamante dietro qualche opaca ruvidezza, intravedere il principe azzurro al di là delle sgradevoli sembianze del ranocchio...

Non viene detto apertamente ma in modo indiretto, quasi per inciso, per sottinteso. Lo si desume dagli aggettivi, dagli avverbi, dai silenzi. Dagli atteggiamenti. Come se non esistessero (e fossero esistiti) grandi Maestri del lavoro di gruppo, collaborativo e cooperativo, della didattica basata sui problemi o sui progetti, dell'apprendimento tra pari. Grandi Maestri della gestione e della integrazione di ragazzi davvero difficili, davvero 'resistenti' ad ogni tipo di intervento, davvero perduti. Maestri che qualche volta capita anche di incontrare o di ascoltare su internet, e che comunque hanno lasciato insegnamenti, testi preziosi, che debbono assolutamente - non dico essere letti e studiati, magari fosse - ma almeno conosciuti nella loro importanza o per lo meno esistenza. Come se non ci fossero corsi di formazione in cui apprendere tecniche, strategie, modalità e metodologie efficaci. Come se io singolo insegnante non fossi un ignorante bisognoso di continuo studio e di continua ricerca per poter affrontare e sperare di vincere quelle continue sfide che la classe ogni giorno di pone.

... e mi sembra già di sentire l'obiezione: è vero, hai proprio ragione, ma quel ragazzo lì in particolare proprio non si regge, proprio è una boccia persa, proprio non c'è niente da fare ... Balle! Chi pensa questo sarebbe meglio che tacesse, che si vergognasse, che cercasse rapidamente per il suo bene (e per il nostro) un altro mestiere un tantino fuori dalla Scuola, almeno da quella Pubblica. E mi ritrovo a cercare dove affonda le sue radici questa mia idea quasi sacra del gruppo, e in particolare del gruppo classe, in quali esperienze della mia infanzia o adolescenza, forse nelle partite di basket giocate e tifate, forse nelle scorribande per il cortile o per il quartiere, forse nell'epica di certi film amati in gioventù.