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lunedì 17 gennaio 2011

nuova manualità

Ci si aspetta che la Tecnologia - come materia scolastica, particolarmente nella scuola media - si prefigga lo scopo di potenziare la manualità dei ragazzi. Cercherò di spiegare perché non sono tanto d'accordo con questa impostazione.

Sono convinto che la manualità sia una facoltà importante e che sia una componente fondamentale nella crescita e nella maturazione di un individuo. Mi sembra che, se con manualità intendiamo una attitudine ad usare le proprie mani per eseguire operazioni di diversa e crescente complessità, il suo potenziamento vada perseguito non dalla sola Tecnologia ma da tutte le materie scolastiche - in un'ottica trasversale e transdisciplinare (un po' come succede nella scuola materna e nella scuola primaria).

Il fatto è che dalla Tecnologia è lecito aspettarsi un contributo qualitativamente e quantitativamente superiore in questa direzione. Ad esempio, compito della Tecnologia è comprendere gli artefatti - strumenti, macchine, sistemi tecnici - e studiare i modi di interazione tra essi e l'uomo. Nella società attuale, caratterizzata dalla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la Tecnologia si deve interessare ai nuovi media, ai nuovi strumenti, e alle relative interfacce. Occorre tenere conto del fatto che il computer è una macchina che necessita e favorisce un elevato grado di astrazione e di simbolismo, favorendo quindi una manualità e una operatività di tipo nuovo. L'interazione uomo-computer assume quindi un'importanza crescente e sostituisce gradualmente le tradizionali forme di interazione e di interattività imponendosi come oggetto di attenzione e di studio per una moderna Tecnologia.

giovedì 6 gennaio 2011

Tecnologia e scuola di base



Chi in Italia insegna Tecnologia nella scuola media - come il sottoscritto - conosce le alterne fortune di questa materia, non sempre valorizzata adeguatamente dai decisori ministeriali e più di una volta anche a rischio di definitiva estinzione. Ho come l'impressione che, in aggiunta a questa condizione ambientale non certo favorevole, sia purtroppo diffusa tra gli stessi insegnanti una certa incertezza e indecisione se vi siano e su quali siano le ragioni forti a sostegno della conservazione - o addirittura del potenziamento - del suo insegnamento nella scuola di base (sia primaria che secondaria di primo grado).
Chi è convinto - come lo sono io - che si tratti al contrario di una materia fondamentale per la formazione integrale della persona non può che sentirsi in dovere di fare luce su questa importante questione e cercare di colmare tale grave lacuna.

Consideriamo brevemente quali siano le ragioni più spesso portate a sostegno dell’insegnamento della Tecnologia.
1. Tali ragioni sembrano a volte derivare dalla decisa caratterizzazione tecnologica dell'ambiente e della società in cui viviamo, al punto da ricorrere - per indicare questa configurazione sociale, culturale ed economica - alla nota espressione di 'società della tecnica'. Per cui, in sostanza, risulta imprescindibile per il cittadino di oggi e ancor più di domani una adeguata dotazione culturale relativa all'ambito tecnologico; solamente padroneggiando opportune categorie concettuali - quindi - si potrebbe esercitare in modo consapevole il proprio diritto / dovere di partecipazione alla gestione del bene comune in una società fortemente impregnata di tecnologia.
2. Altre volte tali ragioni vengono individuate nei fondamenti teorici e pratici dell'ambito professionale di appartenenza dello stesso docente - elettronica, meccanica, ingegneria, architettura, agronomia, informatica, ecc. - attribuendo all’insegnamento della Tecnologia un importante valore formativo in quanto propedeutico nei confronti di percorsi di studio  - e professionali - in ambiti lavorativi di tipo tecnico o tecnologico. Quasi che insegnare la Tecnologia a dei giovani (o giovanissimi) dovesse avere un valore e un significato propedeutico o preparatorio all'esercizio, un domani, di una qualche professione. E come se bastasse a giustificare la sua presenza nel curricolo della scuola di base, una presunta spendibilità pratica di questa materia, indipendentemente dal suo più o meno ampio potenziale pedagogico.

Mi propongo invece con questo breve contributo - senza voler del tutto negare la validità delle impostazioni sopra accennate - di suggerire alcuni argomenti che ritengo fondamentali e necessari per avvalorare definitivamente una significativa presenza della Tecnologia tra le materie che costituiscono il curricolo della scuola di base.

Va dunque affermato con decisione quanto segue: la dimensione tecnica dell'agire umano rappresenta un tratto talmente profondo ed essenziale dell'animale uomo da qualificarne addirittura la sua stessa apparizione sulla terra. In altre parole - come sostenuto e efficacemente argomentato, ad esempio, dall’antropologo tedesco Arnold Gehlen - nell'ampio orizzonte delle facoltà mentali e delle conformazioni culturali riferibili all'uomo, un posto centrale è occupato dall'azione, intesa come fare costruttivo di un essere aperto al mondo e incapace, costituzionalmente, di vivere con mezzi puramente organici e naturali.
Questa concezione - che riconosce nell'agire tecnico qualcosa di distintivo della stessa costituzione umana - rappresenta quindi un superamento di quelle visioni che colgono nella tecnica prevalentemente o esclusivamente la dimensione funzionale e utilitaristica, che pure è presente.
Si tratta in primis di riconoscere chiaramente il ruolo svolto dai bisogni come spinta per l’azione dell’uomo. Bisogni che solo agli albori della civiltà sono legati alla sopravvivenza e alla sussistenza, e che - con il progredire della specie umana - assumono sempre più spesso la connotazione di desideri. E’ infatti la cultura caratteristica di una data società in una data epoca a definire l’idea - largamente diffusa e comunemente accettata - di benessere o di bene comune; ed è verso il suo raggiungimento o il suo potenziamento che si orientano di volta in volta i desideri dei singoli o dei gruppi sociali spingendo quindi l’uomo ad una incessante azione creatrice e trasformatrice.

Accettare questa opzione antropologica di fondo significa quindi promuovere un approccio pedagogico secondo il quale alla formazione integrale della persona  non possa che concorrere anche l'insegnamento di una materia - come la Tecnologia - che ponga al centro della propria ricerca metodologica e disciplinare una riflessione sull'agire tecnologico, le sue motivazioni, conseguenze, implicazioni; e le sue interconnessioni con gli altri ambiti in cui si esplicano le innumerevoli e straordinarie facoltà dell’uomo.