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lunedì 14 dicembre 2009

la scuola supemarket


Nella scuola supemarket, del resto, è naturale che la dimensione comunitaria sia posta in secondo piano. In un negozio i clienti si trovano fianco a fianco, ma non formano una comunità. Ognuno persegue il proprio obiettivo. Ed è logico: i desideri sono individuali e soggettivi e, in mancanza di un fine comune, danno luogo a itinerari che solo casualmente si incrociano. Così noi assistiamo oggi al progressivo sfaldamento del gruppo-classe, di volta in volta frammentato dalle diverse esigenze dei suoi componenti. L'alunno si trova accomunato per un certo periodo di tempo a quei suoi compagni che condividono il suo interesse per una data attività, salvo poi lasciarli per trovarne altri che condividono un'altra attività, quando la prima è conclusa. L'idea di una solidarietà e di una responsabilità reciproca, caratteristica della comunità in senso proprio, lascia il posto a un rapporto meno vincolante, di occasionale collaborazione, che non educa più alla cittadinanza solidale. (La sfida educativa - pag.64)


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