Non sono tante in questi tempi di entusiasmi digitali le voci che richiamano ad una cautela rispetto all'introduzione delle più diffuse tecnologie della comunicazione nella scuola. Una di queste voci è quella di Roberto Casati, che recentemente ha pubblicato un saggio molto interessante, intitolato eloquentemente 'Contro il colonialismo digitale'
Casati parte in effetti da una constatazione molto semplice e di buon senso, e cioè che i tablet sono in effetti degli straordinari strumenti di lavoro e di comunicazione, ma costituiscono anche una costante ed efficacissima sorgente di distrazione. Quindi un loro utilizzo intensivo in classe metterebbe probabilmente a rischio una delle risorse più rare e delicate necessarie al lavoro scolastico, e cioè l'attenzione. “Credere senza riserva all’idea che l’educazione passi per un oggetto come l’iPad (o concorrenti) che ha milioni di applicazioni superinteressanti e superdistraenti a tiro di click è come pensare di mettere mia figlia a scuola in una classe in cui è circondata da decine di televisori in stand-by di cui lei sa che stanno trasmettendo video divertentissimi, e che basterebbe un gesto, che dico, un pensiero, per vederseli tutti, magari anche tutti insieme” (http://comune-info.net/2014/01/scuola-digitali/)
Casati invita allora alla prudenza e alla cautela: “Non si tratta di essere contro o a favore del digitale – dice il filosofo e direttore del Cnrs dell’Ecole Normale di Parigi, che ha incontrato i genitori della scuola Iqbal Masih di Roma – La questione è capire che uso farne, e soprattutto che uso farne fare ai più giovani e come introdurle all’interno di un percorso scolastico” (http://comune-info.net/2014/02/lenciclopedia-vicino-un-cassonettomarzia/)
Interessante l'ascolto della trasmissione radiofonica Terranave (dal titolo: Scuola e tecnologie. Quando la didattica diventa digitale) curata da Marzia Coronati: http://amisnet.org/agenzia/2014/01/30/scuola-e-tecnologie-quando-la-didattica-diventa-digitale/. [si parla tra l'altro di: principio di precauzione; assenza di un principio scientifico di indagine; teoria non confermata dei "nativi digitali"; uso costante e diffuso dei dispositivi digitali; velocità, interattività, connettività dei dispositivi; crescita collettiva dei genitori che hanno deciso all'unanimità di respingere il progetto di sperimentazione; salute e sicurezza dei bambini > principio di precauzione]
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