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domenica 22 dicembre 2013

Scienza e tecnologia, insieme anche a Scuola


Da qualche tempo sostengo la necessità e l'urgenza di rivedere l'impostazione secondo cui nella scuola di base, in particolare mi riferisco alla scuola primaria e alla secondaria di I grado, la scienza e la tecnologia costituiscono due insegnamenti distinti e separati. Insegnanti distinti, curricoli distinti, valutazioni distinte. In sostanza ritengo che ci siano diverse buone ragioni per un cambiamento, cioè per introdurre nel sistema scolastico italiano, come nuova materia di insegnamento, “Scienza e Tecnologia”.

Le ragioni di questa opportunità derivano da alcuni fenomeni e da alcune situazioni di contesto che per esigenze di sintesi si possono condensare in tre aspetti.

1) Primo aspetto: la percezione pubblica dell’impresa scientifico-tecnologica.

Uno dei luoghi più significativi, certamente il più emblematico, in cui l'impresa scientifico-tecnologica si compie effettivamente è il laboratorio di ricerca. All’interno di questi particolari ambienti di lavoro ha luogo un’attività di ricerca di regola orientata e finalizzata alla risoluzione di qualche problema estremamente concreto, per il quale ogni distinzione tra attività scientifica e attività tecnologica appare forzata e comunque poco utile. Da almeno 10 anni si è quindi affermata una visione dell’impresa scientifico-tecnologica come di un processo articolato ma unitario, in cui è sempre più difficile (e sempre meno utile) tentare di individuare quegli elementi che possono essere riferibili con sicurezza all’uno piuttosto che all'altro dei due ambiti, quello della scienza e quello della tecnologia.

2) Secondo aspetto: la formazione dei potenziali insegnanti.

I piani di studio di corsi di laurea come Biologia, Chimica, Fisica, Scienze Naturali, Ingegneria e altri prevedono insegnamenti sia nell'ambito delle cosidette “scienze pure” che in quello delle cosidette “scienze applicate”, assicurando una formazione e una preparazione adeguata ad un eventuale insegnante di “scienza e tecnologia”. Ne consegue che un accorpamento disciplinare tra scienza e tecnologia consentirebbe una razionalizzazione dei percorsi ammissibili per accedere all’insegnamento nonchè una maggiore efficienza nel processo di preparazione dei futuri insegnanti. Ormai molti percorsi di studio universitari preparano di fatto i giovani su un’ampio spettro di discipline e assicurano loro una sufficiente padronanza, pur con una inevitabile selezione e specializzazione, dell’intero ambito disciplinare scientifico-tecnologico.

3) Terzo aspetto: un rinnovato approccio epistemologico.

Negli ultimi anni si è affermata una visione epistemologica unitaria e comune della pratica professionale scientifica e tecnologica. Molte discipline di studio - la sociologia, l'antropologia, la storia della filosofia, l’etica, la teologia - hanno considerato l'attitudine umana che sostiene e che alimenta l’impresa scientifico-tecnologica come qualcosa di essenzialmente unitario, all’interno del quale la tradizionale distinzione tra dimensione scientifica e dimensione tecnologica è stata gradualmente abbandonata. Si è così affermato e consolidato un approccio disciplinare unitario alla scienza e alla tecnologia, soprattutto nell’ambito dei cosidetti science and technology studies, come testimoniato dal crescente utilizzo in svariati contesti del termine tecnoscienza.

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