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sabato 14 febbraio 2009

La settima arte


Premessa

Parliamo di Cinema e di Scuola. L'idea che vorrei esprimere in questo breve articolo può essere così riassunta: nella scuola, soprattutto nella scuola media, si ricorre alla visione di un film in modo spesso occasionale ed estemporaneo cogliendo solo in minima parte le grandi potenzialità formative ed educative nonchè didattiche di questo mezzo di comunicazione

Io, ad esempio

Se mi fermo a pensare a quella strana ed acerba età di passaggio a cavallo tra la fanciullezza e le prime avvisaglie dell'adolescenza, in cui convivono cozzando in maniera sgraziata atteggiamenti e comportamenti contrastanti, gli ultimi abbandoni infantili e le prime pulsioni sessuali, la mia mente spesso ritorna a quella scena di "C'era una volta in America" in cui un giovanissimo aspirante malvivente finisce per mangiarsi quella pasta ricoperta di panna montata che aveva inizialmente pensato di barattare con le "attenzioni" di una compagna di cortile particolarmente procace e libertina. Ve la ricordate quella scena?

Ma non è un fatto episodico e isolato: estraggo dalla memoria le scene che più si accostano alle situazioni che sto vivendo, ai momenti che sto attraversando. Le scene che meglio si prestano a gettare luce sugli eventi, a fornire una chiave di lettura e di interpretazione.

Ritengo che si tratti di un meccanismo comune e diffuso. Non ripeschiamo dalla nostra memoria solo esperienze dirette ma anche esperienze indirette come quelle rappresentate da scene cinematografiche, brani di letteratura o di poesia, canzoni, brani musicali, arie d'opera, ecc. Disponiamo, in altre parole, di un abaco di narrazioni che ci aiuta nell'affrontare le situazioni della vita e al quale ricorriamo continuamente. Lo stesso avviene per le nuove generazioni anche se i generi narrativi, per così dire, sono in continua evoluzione. A quelli tradizionali, a noi tanto familiari come la letteratura o il cinema, se ne aggiungono di nuovi come, ad esempio, il videoclip (prima su Video Music, adesso su You Tube) o il reality show.

E il cinema? Il cinema è uscito dalle sale per entrare nelle abitazioni, ma rimane un media di grande impatto anche per le nuove generazioni.

Una carrellata

Venendo alle nostre scuole, mi vorrei soffermare sull'impiego che viene fatto del medium cinematografico.
1. Il film ricorrenza. E' il caso del film proiettato in occasione di particolari ricorrenze, come la giornata della memoria oppure l'anniversario della liberazione. Nel migliore dei casi il film viene preceduto o seguito da qualche attività didattica, ma più spesso si tratta di una visione estemporanea e scollegata dal lavoro di classe.
Nel gergo scolastico per riferirsi al fatto che la visione di un film risponde a precisi (?) criteri didattici e non è affidata al caso si usa dire "Poi ci lavoriamo sopra" anche se spesso si ha la sensazione che il lavorarci sopra risponda ad esigenze di superficie quando non addirittura di semplice apparenza.
2. Il film storico. Si ricorre a questo tipo di proiezione quando si affronta un certo argomento storico, in Storia o in altre discipline. Si fa in questo caso del film un uso "libresco": esso potrà, si pensa, come e più di un buon libro, illustrare fatti e situazioni di quel particolare periodo storico.
3. Il film tappabuchi. E' forse uno degli impieghi più frequenti. Due ore di supplenza sono l'occasione per "infilare" la visione di un film, anche se molte volte il tempo non è sufficiente per arrivare ai titoli di coda, e quindi tutto rimane come sospeso e incompiuto. La scelta del film è piuttosto casuale e spesso risponde ad un compromesso tra intenzioni didattiche dell'insegnante e desideri di evasione degli alunni.

Visioni

Fatta questa rapida e non esaustiva carrellata, per usare un termine cinematografico, sulle modalità che più spesso si usano per proporre un film ad una classe, vorrei soffermarmi su alcuni punti in un ottica di miglioramento.

a. Il linguaggio cinematografico rappresenta uno strumento essenziale per la comprensione di qualunque messaggio visivo e non solo. Oltre al cinema ne fa ampio uso la pubblicità, il videoclip (quindi youtube ecc.) , il fumetto, la letteratura. L'area linguistica spesso si occupa in modo superficiale di questo linguaggio, quando non lo trascura del tutto. Sono convinto che la scuola abbia il compito di fornire le basi per la comprensione e l'impiego del linguaggio delle immagini in movimento.

b. Sono dell'idea che il cinema, anche nella sua versione domestica o scolastica, rappresenti un formidabile strumento di educazione e formazione e ne riconosco l'immenso potenziale culturale. Pensando poi alle giovani generazioni e ai cosidetti nativi digitali mi pare che il suo potenziale comunicativo sia ancora più prezioso. Il suo ruolo e la sua funzione, da sempre subordinati a quello affidato alla scrittura e al libro, dovrebbero invece godere di ben altra considerazione. Il cinema nella scuola merita di essere uno tra i principali strumenti didattici e non di svolgere mansioni accessorie e occasionali.

c. La visione di un film è una esperienza collettiva, corale e democratica. Il ruolo dello spettatore è comune e condiviso da tutti gli allievi. Il silenzio, la concentrazione, l'ascolto prendono il sopravvento. Il film diventa, o meglio può diventare, patrimonio della classe. Quindi anche elemento di comune identificazione, di coesione. Credo che la corretta visione di un film (continua, ininterrotta, senza uscite per il bagno o altre distrazioni) possa costituire un prezioso cemento per la formazione del gruppo classe.

Vorrei sottolineare un punto importante. L'esperienza collettiva della visione di un film è però accompagnata da quella individuale, differente da allievo ad allievo. Raramente, in ambito scolastico, si assegna a questa esperienza individuale e di forte impatto emotivo e affettivo un particolare valore. Spesso non se ne tiene conto e si procede ad un uso puramente strumentale del film, piegandolo ad un uso esclusivamente didattico quando non didascalico.

L'uso eccessivamente strumentale che spesso si fa del film rischia di attenuare o addirittura dissolvere sia l'effetto socializzante che quello affettivo ed emozionale.
Il risultato è che il film, invece di trovare una collocazione nel vissuto affettivo di ciascuno e di essere ammesso nella memoria collettiva e condivisa della classe, slitta più facilmente nel limbo dei "lavori scolastici" e forse presto sarà dimenticato.

In conclusione (per adesso)

A scuola allora si deve riflettere sull'uso che si fa del cinema e sull'uso che si potrebbe fare. La consapevolezza che i nostri ragazzi sono molto più vicini e inclini alla comunicazione visiva piuttosto che a quella tipografica deve farci trovare nuove strategie che restituiscano al cinema il ruolo che merita.

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